skip to Main Content

Breve storia e contenuti
dell'enneagramma

La parola enneagramma è di origine greca ed è composta da due parti: ennea che significa nove, e gramma che significa punti. Il termine enneagramma si riferisce al simbolo caratterizzato da una circonferenza con nove punti di riferimento, collegati tra loro in un determinato ordine.

Questo simbolo ha origini antichissime e serviva per interpretare le leggi dell’universo, comprendere la cosmologia e l’astronomia, la matematica, la filosofia, la chimica, l’arte e la musica. Si ritiene che l’enneagramma sia stato trasmesso, in circostanze molto controllate, dai maestri Sufi del medioevo. I Sufi erano pii mussulmani che rinunciavano ai beni terreni per approfondire il loro rapporto con Dio attraverso la preghiera e la meditazione.

Alcuni di loro erano predicatori itineranti, altri vivevano in comunità; la conoscenza di Dio costituiva il tema centrale della loro ricerca.
Gradualmente si era sviluppata all’interno della loro tradizione la pratica di guidare e accompagnare spiritualmente quanti desideravano approfondire il proprio rapporto con Dio.

Nel processo di questa esperienza, i maestri Sufi avevano individuato ostacoli ricorrenti che impedivano alle persone un rapporto aperto con Dio. Queste barriere, chiamate passioni, coincidono con i sette peccati capitali della tradizione cristiana (ira, invidia, superbia, avarizia, gola, lussuria, accidia) con l’aggiunta di due passioni importanti: l’inganno e la paura.

L'enneagramma nel mondo

Il merito di aver portato la saggezza dell’enneagramma alla conoscenza del mondo occidentale spetta a due persone: George Gurdjieff (1870-1949) di origine armena, e Oscar Ichazo, Boliviano, viveva nella sua isola delle Hawai, è morto il 26 marzo 2020. Un contributo specifico di Gurdjeff riguarda la configurazione dei tre centri di energia o di intelligenza operativi all’interno di ogni persona: la testa, il cuore e le viscere, il cui equilibrio o disarmonia è all’origine del grado di crescita o immaturità personale.

Non c’è, come comunemente si pensa nel mondo occidentale, una sola forma di intelligenza legata al cervello, ma ben tre a cui le persone possono attingere, a seconda delle diverse circostanze della vita.

Lo sviluppo della personalità inizia quando, nell’individuo, predomina un centro sugli altri.

Tre delle personalità (8-9-1) tendono a gravitare attorno al centro viscerale, tre (2-3-4) attorno al centro emotivo, e tre (5-6-7) attorno al centro intellettivo.

Per viscere si intende:

l’energia vitale, l’orientamento all’azione come componente dominante. A questa categoria appartengono i soggetti volitivi, intraprendenti, impulsivi, attivi o, all’opposto, amanti del quieto vivere.

Per cuore si intende:

la nota dominante del sentimento e dell’affettività. Rientrano in questa categoria le persone intuitive, sentimentali, dedite al prossimo, attente all’immagine di sè, bisognose di approvazione e ammirazione.

Per testa si intende:

il prevalere del pensiero nel modo di essere della persona. A questo centro appartengono i soggetti creativi, riflessivi, cerebrali, ricchi di interiorità, ma anche timorosi e dispersivi.

I nove tipi dell'Enneagramma

Intorno a questa struttura di fondo, l’enneagramma propone nove tipi fondamentali di personalità, tre per ogni sfera operativa, vale a dire:

  • i CAPI, i MEDIATORI e gli IDEALISTI che privilegiano l’attenzione all’area viscerale;
  • gli AIUTANTI, gli ORGANIZZATORI e gli ARTISTI che gravitano attorno alla dimensione emotiva;
  • gli OSSERVATORI, i COLLABORATORI e gli OTTIMISTI che accordano maggiore attenzione alla componente del pensiero.

La correlazione tra il simbolo dell’enneagramma e le nove personalità è uno sviluppo abbastanza recente e da attribuirsi a Oscar Ichazo che ha anche collocato esattamente le nove passioni sulla circonferenza, oltre ad individuare le fissazioni dell’ego, le trappole e le idee sante delle nove tipologie.

Un altro contributo importante è di Claudio Naranjo, psichiatra californiano, che ha adattato lo sfondo spirituale dell’enneagramma alle categorie psicologiche individuando le motivazioni inconsce e i meccanismi più tipici a cui le diverse personalità ricorrono in situazioni stressanti.

Attualità e apporti significativi dell’enneagramma

La divulgazione dell’enneagramma, come teoria della personalità, avviene agli inizi degli anni ‘70, grazie anche al contributo dei gesuiti d’America che lo hanno battezzato, facendolo conoscere all’interno delle comunità religiose e laicali e utilizzandolo come strumento di accompagnamento umano e spirituale.

La trasformazione di un’eredità esoterica in uno strumento a servizio della spiritualità e della comunità cristiana si deve soprattutto al contributo dei gesuiti di Chicago e Berkeley. Quello che, fino ad allora, era conoscenza privata trasmessa da maestro a discepolo diventa, attraverso l’insegnamento e le pubblicazioni, informazione diffusa. Nel corso degli ultimi anni, soprattutto nel mondo anglossassone, l’enneagramma ha conosciuto un grande fermento caratterizzato da una grande varietà di corsi, dall’applicazione dello strumento a diversi ambiti della vita, da un crescente sforzo di curare la ricerca clinica e scientifica per convalidare la teoria.

La singolare valenza dello strumento di integrare creativamente i principi della spiritualità con i contributi della psicologia, ne hanno favorito l’utilizzo come strumento privilegiato per l’autoconoscenza, la direzione spirituale, l’educazione dei giovani, il rapporto di coppia, l’ambito aziendale, la dinamica di gruppo e il lavoro in equipé.

L’enneagramma non è una dottrina di salvezza, ma uno strumento che aiuta a fare verità su se stessi.

Come individuare la propria personalità

Esistono vari modi per individuare la propria personalità, tra cui leggere libri descrittivi dei nove enneatipi, partecipare a corsi guidati facendo verifica di gruppo, osservare interviste dal vivo con persone rappresentative delle diverse tipologie o compilare questionari. Non esistono, al momento, dei test per stabilire con esattezza la propria personalità, però questi possono aiutare a giungere, almeno, a un’approssimazione della propria tipologia.

È evidente che nessuno è dotato di una personalità pura: in ognuno ci sono caratteristiche più o meno spiccate di altri enneatipo. Inoltre, non tutte le caratteristiche della tipologia si applicano al singolo, dato che ognuno è irripetibile.

L’appartenenza ad un determinato enneatipo è collegata alla presenza di alcune tendenze e dinamiche di fondo, tipiche di quella personalità. È bene ricordarsi, inoltre, che la personalità non si sceglie, ma se ne diventa consapevoli, la si accetta, nella consapevolezza che nel corso della vita non muta nella sua essenza di fondo. Ciò che cambia è la capacità del soggetto di valorizzare al meglio le proprie potenzialità dilatando gli elementi positivi della propria tipologia.

L’enneagramma come teoria della personalità prospetta delle categorie generali valide senza sacrificare l’individualità. Ci sono sempre diversi fattori che concorrono a differenziare le persone tra cui il ruolo dei genitori, l’ordine di nascita, l’ambiente sociale e culturale di provenienza, le opportunità formative avute, e così via.

Nel cuore dell'enneagramma

Pur con i suoi limiti, l’enneagramma offre una mappa coerente, comprensibile e chiara della personalità, costringe ad essere onesti con se stessi, chiama le immagini idealizzate per nome, smaschera i giochi e le illusioni che condizionano.

Allo stesso tempo, l’enneagramma non si ferma all’analisi e alla diagnosi, ma offre per ogni tipologia itinerari dinamici di crescita per andare oltre la propria compulsione e prospetta percorsi concreti di maturazione personale.

Al cuore dell’enneagramma c’è l’esigenza di assimilare le due agende della psicologia e della spiritualità, in vista di un’integrazione completa della persona.

L’agenda psicologica riguarda l’autoconoscenza, la consapevolezza delle motivazioni inconsce e dei meccanismi di difesa, l’accettazione delle zone ombra e la ricerca di autenticità.

L’agenda spirituale integra ed eleva il dato psicologico e si qualifica nella sua nostalgia di unità, soprattutto nell’esigenza di integrare i tre livelli della persona (corporeo-emotivo e intellettivo),e nella proposta di percorrere i sentieri dell’umiltà e della conversione in vista di un incontro più profondo con sé, con gli altri e con Dio.

Back To Top